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66 | ANNA COMNENA |
tente, di fare le sue vendette contro Botaniate; il quale commettendo la fellonia di ribellione avea offeso non solamente la persona di lui, Michele, ma ben anche Roberto, di forza tratto avendogli il genero Costantino a parteggiare seco unitamente alla imperatrice Maria, e reso con tale scelleraggine allo stato di vedovanza Elena sua prole. Il divolgamento in fine di questa nuova trasse agevolmente Roberto a moversi a sdegno, e a disporre tutto il bisognevole per guerreggiare i Romani. Tali voci, come appunto sono da me riferite, ho inteso andare da per tutto intorno, nè forte stupisco che abbianvi cotanto vili creature, le quali cuopransi della maschera, vantandosene impudentissimamente, di personaggi per nascita ed onoranze illustri.
XXXVIII. Altra voce poi, ed a vero dire più meritevole di fede, mi percuote d’ogn’intorno le orecchie, ed è che non avessevi monaco veruno contraffattore di persone, il quale, di sua posta usurpato il nome del già imperatore Michele, ricorresse a Roberto; frottole ed illusioni sono queste, nè ad altri vuolsi attribuire cotanta scelleranza che al tiranno medesimo fecondissimo artefice di studiate frodi. Egli stesso, a non dubitarne, concepita da gran tempo la brama di procacciarsi colle armi il romano impero, allorchè vide a termine gli apprestamenti per sì grand’opera incapace di contenersi, nicchiava, macchinando intanto con tutte le forze di venirne furbescamente a capo. Conciossiachè ad un precipitoso muover ingiusta guerra contro i cristiani opponevansi e molti de’ principi suoi favoreggiatori, e la consorte stessa Gaita, i quali ogni volta che in lui scorgeva-