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LIBRO PRIMO. 63

ricchitosi con tale spoglio accrebbe di giorno in giorno, mercè nuovi ingrandimenti, la sua potenza, aggiugnendo cittadi a cittadi, danaro a danaro, sicchè in breve tempo ebbe mezzo di ascendere alla ducale onoranza, intitolandosi duca di tutta la Lombardia. Per la qual cosa vie più suscitossi la generale invidia, che non di meno egli coll’innata e consueta sua prudenza potè a bell’agio placare, ora con adulazioni e menzogneri omaggi adescando i più potenti degli avversarj; ora disarmando con doni e liberalitadi in ispecie i plebei insortigli contro; tal volta poi, ove non arrivava l’arte, adoperando la forza ed assalendo colle armi; finalmente quando con queste, e quando coll’acume del suo ingegno s’appianò il sentiero per divenire stabile padrone della Lombardia, e di tutta la contigua regione. Di più, sempre intento col pensiero a cose maggiori, ed estimando la presente sua elevazione siccome grado per ascendere ad altra bramata, osò ben anche aspirare all’impero de’ Romani, valendosi della riferita opportunità per cimentarsi ad un tale passo; vo’ dire la parentela che l’imperatore Michele, nè saprei con quale divisamento, seco lui contrasse, accordando in matrimonio Constantino suo figlio alla pulzella, nomata Elena, del tiranno.

XXXVI. Al rammentare poi questo giovincello torna l’animo mio a forte commoversi e la ragione a conturbarsi. Non uscirò tuttavia del proposito, nè qui inopportunamente frammescolerò quanto lo riguarda, riservandomi a farlo, come diceva, in altro più adatto luogo; ma pure non so temperarmi ora in passare con si-