Pagina:Comnena - Alessiade, 1846, tomo primo (Rossi).djvu/60

56 ANNA COMNENA

malizia d’ogni fatta. Ma l’impero stesso armò e provocò a suo danno questo nemico mediante un improvido e mal accorto parentado, unendo insieme individui per natura incompatibili, Greci con barbari, nostrali con istranieri, ond’ebbe a prole dal non lecito ed infelice matrimonio una sanguinosa e mortifera guerra. Di così grave male poi è mestieri accagionare l’imprudenza dell’imperante a que’ giorni, Michele della famiglia dei Duca, propagatore della schiatta donde trasse, dal materno lato, origine la mia. Del resto qui addimando la permissione, o piuttosto a diritto l’assumo, di riprendere, occorrendo, eziandio coloro, i quali hanno meco vincoli di consanguineità, o di parentela, e certamente infinoattantochè mi occuperò nel pubblicare senza frode la verità, fattami legge di questo intendimento e dovere, opino di pormi a riparo da ogni richiamo in proposito di qualsivoglia persona. Or bene il prefato imperatore Michele Duca unì in matrimonio al proprio figlio Constantino la figliuola di questo barbaro, nozze sorgenti d’affannose sciagure e di pretesti ai nemici per rompere la pace, e provocarci ad una orribile guerra. Ma intorno a Constantino, prole di Michele, a’ suoi patti nuziali ed a quanto ha relazione con la contratta barbarica parentela, come pure ai delineamenti ed alla statura del giovane mi riservo a parlare in più acconcio tempo, allorchè, intendomi, lamenterò le mie sciagure (o vero sia terminato che abbia di esporre le cose riferentisi a tale congiunzione), tutti i mali che ne ridondarono, e le ultime stragi del barbaro esercito coll’estrema rovina della normannica tirannia, la