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50 ANNA COMNENA

così proseguì nelle sue indagini e diligenti ricerche infinoattantochè, sempre fermo Gioannicio nel dichiarare essere il gran Domestico un’ora prima uscito del campo con tutto l’esercito, si persuase di aver preso un solennissimo granchio, e cambiata all’istante favella: Siamo errati, esclamava, o commilitoni, la guerra ed il cimento sovrastanci al di fuori. Nè avea ancora terminato queste parole che, al ritirarsi dal campo unitamente alle truppe, gli si fe’ incontro e addosso mio padre Comneno A!essio, precedendo pieno di coraggio la falange, con pochi de’ suoi. Qui sol uno de’ nemici, memore della militare disciplina, mostrossi a comporre gli ordini ed a richiamare gli sbandati. Dico sol uno, poichè gli altri tutti distolti dalla brama di predare mandavano ad effetto la speranza di mio padre, il quale a bello studio abbandonato avea il bottino del campo all’avidità de’ barbari, acciocchè, occupati nel raccoglierlo, addivenisse più agevole, all’entrarvi egli di furia co’ suoi, l’ucciderli e sbaragliare. A!essio intanto pigliando sospetto, così per l’altura della persona, come per la forbitezza delle armi, che ai riverberanti raggi degli astri ottimamente tramandavano blando splendore, non quel uno sforzantesi di ricondurre all’ordine tutte le proprie genti fosse Basilacio medesimo, gli si accostò da presso, e con forte colpo fecegli cadere in terra la destra mano ed il ferro da lei impugnato; que’ pochi in allora, i quali indotti dall’autorità e dalle esortazioni di lui aveano cominciato ad attelarsi, sopraffatti da gravissimo terrore, novamente si dispersero: del restante quegli non era il vero Basilacio, ma altri chiarissimo de’ suoi famigliari,