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co mio genitore, destinato dal nascer suo a non avere tranquillità ed a passare da uno ad altro cimento. E che tal sia; il barbaro Borilo, in intima amistade con Botaniate, si fe’ ad incontrarlo fuori della città, e cupidamente ricevuto dalle mani di lui Brienio (poichè avea già bramosia di eseguire, come effettuò in appresso, l’accecamento di così illustre personaggio), gli consegnò l’imperiale mandato di guerreggiare Basilacio, pur questi cintosi il capo del diadema, e mettendo in iscompilio l’occidente con mezzi non inferiori di forza e pericoli a quelli de’ Brieniani. Era costui per valore, presenza di spirito, ardire e forza al di sopra d’ogni altro dell’età sua. Fornito inoltre dalla natura di così grande ambizione da pretendere l’impero, tratto avea al suo partito i più illustri magistrati, procurandone i suffragj ora col discorso e cogli artifizj, ora usando autorità e forza, poichè, fattosi quasi erede e successore di Brienio, avea in sè concentrato tutto il credito di quella causa, e la stima, il favore, gli affetti e la propensione degli amatori di novitadi. Pigliate dunque le mosse da Epidanno1, capitale dell’Illirico, marciò infino alla città de’ Tessali soggiogando ogni cosa. Di per sè poscia creatosi ed acclamatosi imperatore, e conducendo all’intorno, ovunque attagliavali, un randagio esercito, era con plausi e voci festive accolto da quella rozza e militare adunanza, la quale, non

  1. Così detta dal re Epidanno, che la fabbricò; ora è città dell’Albania, e nomasi Durazzo.