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LIBRO PRIMO. 43

stancataglisi la destra, ed uscito di speranza d’uccidere il suo antagonista, si gittò in mezzo alla turba de’ circostanti nemici, i quali fattolo prigioniero e rettamente credendosi apportatori di rilevantissimo oggetto, lo condussero a mio padre non lunge di là, ed occupato nell’infervorare la imperiale falange ed i Turchi a dar pruova di coraggio nella pugna. Mandato pertanto da prima l’annunzio della riportata vittoria, quindi eglino stessi gli presentarono l’illustre prigioniero, il quale eziandio vinto appariva, del pari che testè nella lotta, agli altrui sguardi tremendo.

XXV. Alessio di poi spedì Brienio senza guastarne gli occhi all’imperatore Botaniate, ed a torto grandissimo diremmo il contrario, essendo mio padre di tempera tale da non poter salire in furore, dopo la battaglia, contro il nemico, e da estimare le calamità dei prigionieri al di sopra d’ogni vendetta; che anzi largheggiava grandemente secoloro d’ogni maniera di cortesie, d’inviti, di regali e di altre affettuose dimostrazioni. E di questa piacevolezza in allora soprattutto diede pruova, con suo pericolo, a Brienio, poichè avendolo accompagnato per non breve tratto di via insino al luogo nomato ......, col proposito di mitigarne il dolore, ed inspirargli fiducia d’un men triste avvenire, dissegli: perchè, scavalcati, non adageremmo un poco i nostri corpi sull’erba ed alla sottoposta ombra, onde godervi qualche riposo? Così egli; ed il prigioniero, avvegnachè in quel tempo nulla potesse accogliere con lieto animo, attendendosi ad ogni momento la morte, e quindi fosse implacabile, simile ad un furibon-