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LIBRO PRIMO. 39

dere vantaggioso al gran Domestico mio genitore, conciossiachè a quella voce riunironglisi di colta i vaganti disertori, e gl’immobili nello schieramento vennero incorati a tenzonare con perseveranza.

XX. In questa i combattenti cavalieri d’Alessio presentarono un nuovo spettacolo, i quali attoniti per l’annunzio volgendo lor teste, mentre le cervici equine eran di fronte al nemico, rimiravano indietro, tenendosi lungamente e pieni di stupore in tale posizione. Di verità fu cosa inaspettata per essi il vedere quelli Sciti, che testè aveanli soprastanti da tergo, arretrati di molto, ed anzi solleciti della patria, delle famiglie e di tutt’altro che della guerra, starsene lunge da ambo gli eserciti ed intorno al raccolto bottino. Nè recava sorpresa minore il ripercotimento nelle orecchie loro del bando promulgante ucciso e tolto di mezzo Brienio, al quale annunzio dava fede la presenza del destriero condotto in giro colle imperiali insegne, non bastando le sole spade a testimoniare che quegli per la cui guardia eransi apprestate fosse caduto unitamente ad esse in nemiche mani, e da queste morto. Il riferito avvenimento valse altresì alcun poco a propagare il felice successo delle imprese.

XXI. Capitò di poi opportunamente laddove era mio padre una coorte di Turchi ausiliarii, i quali dopo avere da lui udito l’esito dell’antedetta pugna, addimandaronlo ove si stessero i nemici, ed egli menatili su d’un poggio loro accennavali quasi da vedetta. E cotal vista chiaro indicava non andasservi troppo bene le cose, poichè li miravi alla rinfusa e fuor di proposito mescolati insieme (non ricomposta peranche l'or-