stro de’ quali, sotto gli ordini del fratello Giovanni, componevasi di cinque mila Italiani all’incirca e delle rimanenti truppe di Maniaco. Univansi pure ad esse i cavalieri tessali, ed anche un certo numero di eteri1, gente non imbelle. Tarcaniote Catacalo comandava il sinistro corno, avendo seco tre mila Traci e Macedoni gravemente armati. Brienio stesso occupava il centro dell’ordinanza, circondato da fortissimi cavalieri macedoni e traci, e dal fiore della pretoriana soldatesca. Tutti montavano cavalli tessali, e risplendean da lunge mercè le ferree loriche, le celate e gli ornamenti d’esse; il quale splendore, in ispecie delle celate, addivenuto formidabile e pe’ cimieri cavallini elevati di su l’orecchio destro e pel fragore degli scudi pulsantisi a vicenda, abbagliava i riguardanti. Nel mezzo vedevi Brienio stesso, qual Marte, o qual gigante, i cui omeri sorpassavano per l’altezza d’un cubito il resto della turba, in dubbio se fosse in lui più ammiranda l’avvenenza, o terribile l’aspetto. Di là, due stadj o in quel torno, da tutta la moltitudine de’ combattenti aveanvi alcuni aiuti scitici armati alla foggia barbarica, i quali doveano al comparire del nemico, ed al primo squillar delle sue trombe circondarlo da tergo e lanciottarlo coll’estremo di lor possa, intanto che la falange di contro impetuosamente con armi e forze unite gittavaglisi addosso; Brienio con tale schieramento procedeva alla pugna.
- ↑ Corpo di militi destinato alla difesa dell’imperatore del palazzo, composto di soli forestieri (Persiani, Russi, Franchi, Angli ec.) Il comandante loro nomavasi Eteriarca.