Pagina:Comnena - Alessiade, 1846, tomo primo (Rossi).djvu/36

32 ANNA COMNENA.

XV. Era questo Niceforo Brienio, di cui favelliamo, il primo nell’arte guerresca, di nobilissimo legnaggio, commendevole per l’elevata sua taglia ed avvenenza del volto, superiore di più ad ogni altro dell’età sua e per ingegno e per vigoria. Principe assolutamente degno dell’impero, la cui sola presenza, eziandio prima di trattarlo o di udirne la favella, si conciliava l’universale affetto, per guisa che tutti e militari e cittadini lo riconoscevano e dichiaravano meritevolissimo non meno dell’occidentale che dell’orientale corona. Il perchè presentatosi alle città veniva accolto a braccia aperte, e con plauso e pompa da ognuna di esse condotto a quelle vicine, pronte egualmente a riceverlo con giubilo. Di tali faccende attristavano tanto più Botaniata in quanto che sapevalo alla testa di grosso e valoroso esercito, e tenevano tutto l’impero in bilico, incerto a chi dei due padroni alla fin fine obbedirebbe. Da ultimo piacque mandargli contro Alessio Comneno, mio genitore, ornato di fresco della dignità di gran Domestico delle Scuole1, fidandogli all’uopo tutta la soldatesca pronta, quantunque ben poca, trovandosi il romano impero a que’ di manchevolissimo di apprestamenti bellici, costretto a tenere gli orientali eserciti qua e là sparsi, e necessariamente alle stanze presso delle frontiere contro i Turchi usurpatori di vastissimo terreno, ed in possesso de’ luoghi muniti in tutte le regioni di mezzo all’Enssino ed Ellesponto, rinserrate

  1. Così appellavasi il prefetto de’ militi pretoriani.