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22 ANNA COMNENA

di colpo ciò che fosse mestieri operare, e somma prontezza nell’eseguirlo.

VI. In qual modo poi Urselio sia addivenuto prigioniero di Alessio molto diffusamente lo espone Cesare nel secondo libro della sua istoria; non di meno pur noi lo riferiremo fin dove la nostra narrazione possa trarne giovamento. Il barbaro Tutac erasi condotto dalle più lontane parti dell’oriente, con forte esercito e bramoso di bottino, ad assalire i romani confini allorquando Alessio, e colla propria industria e col valore delle genti poste a’ suoi ordini, pigliato a combattere Urselio, quantunque fornito copiosamente di animose e ben armate schiere, andavalo a poco a poco riducendo a mal fine, ed occupatine l’un dopo l’altro i luoghi muniti non lasciavagli quasi più mezzo di farsi indietro. L’usurpatore, posta mente alla triste sua condizione e privo affatto di consiglio, s’appresenta alla per fine a Tutac, ed inescatolo ad amicarsi seco procura indurlo ad una comunanza di bellici piani e di truppe onde proseguire in società la guerra. A tale notizia il duce romano tosto risolvè d’impedire ad ogni guisa il compimento dell’udita confederazione, al quale uopo cerca subito di preoccupare l’animo di Tutac non risparmiando parole, doni, altri mezzi ed artifizj comunque idonei a cattivarselo. Nè v’ha chi porgli a confronto per rispetto alla sorprendente sua bravura nell’escogitare e connettere simiglianti artifizj; nè tampoco aveanvi cose della più grande malagevolezza che quella mente cotanto sagace e di provvedimenti feconda non conducessele a buon fine. Pruova di questo