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212 ANNA COMNENA

modo serj pensieri, ravvolgendo e ben bene rimestando nella sua mente il gravissimo pericolo sovrastante alla repubblica. E poichè di leggieri ebbe osservato che le sue pronte truppe e quante sperava di raccoglierne agguagliato non avrebbero neppure una parte delle numerosissime guerreggianti sotto i vessilli di Roberto, statuì chiamare in suo aiuto gli orientali Turchi, intavolandone il trattato col sultano per via di messi. Addimandò eziandio il soccorso de’ Veneti1 (derivato loro il nome dal colore delle vesti indossate per notoria costumanza ne’ giuochi circensi, onde poterli distinguere dalle altre fazioni) eccitandoli con doni e promesse a mettere in mare tutto il navilio di che erano possessori, ed avviarsi a proteggere Dirrachio contro le forze marittime di Roberto, assicurandoli che verrebbe conferito loro, qualunque fosse l’evento delle armi, il pattuito guiderdone; il perchè o vincitori, colla grazia divina, o succumbenti, giusta la sorte delle umane vicende egli atterrebbe

  1. Davasi tal nome ad una delle quattro fazioni costantinopolitane, ed erano la veneta e la prasina (dette eziandio veneta costantinopolitana, prasina costantinopolitana), la veneta peratica e la prasina peratica. Le due prime dimoravano nella imperiale città, e le altre due in Galata, ora Pera, ed in Asia di là dalla Propontide e dall’Ellesponponto di rincontro a Costantinopoli, in Casedone e Crisopoli ora Scutari. Assise di variato colore le distinguevano, l’azzurro e turchino appartenendo alla veneta, il verde alla prasina, il bianco ed il rosso alle altre due. Il capo loro supremo appellavasi democrate, e demarco il secondo nel comando.