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192 ANNA COMNENA

te esposto dal protoproedro e catepano Costantino, cui furono commessi dalla nostra imperiale maestà tutti gli articoli che debbonsi addimandare ed essere da te sagramentati. Conciossiachè alloraquando si passò agli accordi infra la maestà mia ed i legati dalla tua signoria speditimi, ne furono prodotti alcuni rilevantissimi e necessarissimi, intorno a’ quali avendo esposto i rappresentanti della nobiltà tua di non avere mandato, la maestà mia prolungò loro il giuramento. Or dunque lo si compia dalla tua nobiltà, come il tuo leale e degno Alberto affermò alla maestà mia e come la maestà nostra addimanda, con un’aggiunta di somma urgenza. Cagione finalmente dell’indugio e della tardanza del tuo fedelissimo e nobilissimo conte Bulcardo si fu la brama della maestà mia che fossegli presentato il mio carissimo nipote figlio del felicissimo sebastocratore dilettissimo fratello della maestà nostra, onde annunziarti al suo ritorno la forza e l’acume dello spirito, in così tenera età, del fanciullo, da che è mio costume di fare minor conto dei pregi esterni e spettanti al corpo, sebbene egli anche di questi vada abbondantemente fornito, come udirai dal tuo legato, il quale dopo qualche dimora nella grande e regale nostra città lo vide e conversò a tutto bell’agio seco. E poichè l’amabilissimo figlio del mio germano io l’ho come da me generato, avendomi privo il Nume di prole maschile, nulla impedirà, col volere del Cielo, che l’amicizia di già tra noi esistente venga nel tratto successivo corroborata eziandio la mercè d’una strettissima parentela. E per cosiffatto pegno una eterna concordia ci legherà scam-