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188 ANNA COMNENA

mi di avere udito dai loro vecchi e da coraggiosissimi guerrieri, i quali non avvilisconsi per poco, essere stata cotanta la miseria entro queste mura, vicino all’epoca in cui Alessio pervenne alla monarchia, rintronante allora nelle orecchie e negli animi dell’intiera cittadinanza la voce e lo spavento delle guerre turca e normanna, quanta a memoria d’uomini, quanta per lo innanzi non ebbene a patire altra popolazione.

XXII. Tali imbarazzi distraevano per verità la mente imperiale in varie cure, ma non distoglievano il suo animo, generoso e confidente nella pratica e scienza guerresca, dalla speranza di riuscir tuttavia, coll’aiuto divino, a condurre sana e salva la nave della repubblica in sicuro porto, risolvendo in ischiume, quali flutti urtati contro a scoglio, i nemici che osassero fargli opposizione. Pieno di questa speranza e fermo nel proposito mette mano all’impresa, ed innanzi tutto opina di chiamare presso di sè i comandanti delle città e fortezze lungo i confini orientali, onde prestassero alla repubblica braccio possente col respignere gli assalti de’ Turchi. Serive dunque tosto a Dabateno prefetto della pontica Eraclea e della Paflagonia, a Burtzen toparca1 della Cappadocia e della Comatena, ed agli altri in comando per que’ luoghi, significando loro di essere campato, per benefizio della misericordia divina dall’imminente pericolo delle tramategli insidie, ed asceso l’imperial trono. Commette loro inoltre che muniti d’idoneo presidio i luoghi ad essi fidati, lo raggiungano pre-

  1. Governatore, reggente.