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170 ANNA COMNENA

ravvolgesse così volentieri nell’animo e ardentemente desiderasse come un monistero, ove compiere sua vita in quiete, non di meno dall’amore del figlio, non avendovi donna che in ciò l’agguagliasse, veniva sospinta ad essergli aiutatrice nella grande intentata impresa, ed a porsi al governo d’una nave nè forte, nè a bastanza munita contro il furor del mare e del firmamento, ed in assai perigliosa condizione. Vie meglio poi sentivane lo stimolo sapendolo inesperto ed assaporante per la prima volta di tali venti e flutti, come dire, non ancora quanto era uopo ammaestrato dall’esperienza nel maneggio degli affari, e dalla memoria delle trascorse vicende nell’intrigata e così varia soprintendenza delle pubbliche bisogne d’un vasto impero, agitato in ogni sua parte ed assalito da cotanti nemici. Riportò dunque vittoria il prefato amore, disponendola a dar mano al figlio nel reggere le redini dello stato, e nel voler ella da sola a quando a quando, ma sempre con retto e prospero corso, a guisa d’auriga, condurre il cocchio della repubblica, prudentissima in verità e nata pel governo de’ regni.

XVI. Annunziatosi di poi, correndo il mese di agosto e durante la stessa indizione, l’assalimento ed il tragitto di Roberto, l’imperatore si vide costretto di farglisi incontro coll’esercito, ed opinando giunta l’ora opportuna di manifestare il divisamento infin qui celato nell’animo suo, di mettere intendomi alla testa del governo la madre, promulgò un’aurea Bolla conferendole in assoluta guisa l’intera amministrazione di tutte le imperiali faccende. E poichè s’appartiene all’uffizio dello storico non solo d’indicare sommariamente le deliberazioni e le geste de’