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LIBRO TERZO. 169

tendente all’acquisto d’un gaudio sempre duraturo, eminente prerogativa pari alle altre tutte di cui era possessore l’Augusto, non avendovi un che per lui di più elevato pregio della religione. Egli adunque sotto alla porpora durante i giorni e le notti quaranta dell’espiazione vestì la nuda pelle di cilicio, nè ebbe altro letto a riposo delle sue membra dalla terra o dal pavimento infuori, apponendovi a sostegno del capo, a mo’ d’origliere, una pietra.

XV. Soddisfatto di questo modo ai doveri impostigli dalla chiesa diè di piglio con pure mani alle redini dello stato. Se non che bramando ardentemente di alleviarsi dalle cure amministrative divisò affidarne il peso alla prudenza della genitrice, serbando tuttavia da principio entro sè stesso tale determinazione per tema non ella fattane sapevole e sbigottita dal grave incarco avacciasse di compiere il proposito, da lunga pezza costante nell’animo suo, di professare, abbandonata la reggia, un tenor di vita più sublime del consueto. Or bene l’imperatore, voglioso di ritrarla a poco a poco da tale pensiero, la frequentava come suo consiglio, nè dava passo a faccenda, avvegnachè piccola e lieve, prima di avernela consultata; rendendola in questo modo pratica dell’amministrazione e vie meglio di sè stesso benivogliente col mezzo d’ognor più stretti e indissolubili vincoli; giunse da ultimo a persuadere e lei e gli altri che nella sola materna prudenza riponeva sua fiducia del prospero imperiale reggimento, sembrandogli che l’operato senza il costei assenso riuscir non potesse ad avventurato fine. Ella pertanto, sebbene amantissima del ritiro, e nulla

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