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LIBRO TERZO. 165

glianti carte sottoscrivevasi con rosso inchiostro unitamente all’imperatore, cui nelle pompe e processioni era affatto secondo. Altri poi asserivano che Maria Augusta riportato avesse in virtù di convenzione le antedette guarentigie dai Comneni prima del ribellamento loro. Che che ne sia Maria Augusta, terminate queste faccende, con numeroso codazzo, e primo in esso il sebastocratore Isaacio, abbandonò la reggia per entrare nel monistero nomato comunemente Mangana, ed eretto dall’imperatore Costantino Monomaco vicino a quello del gran martire Giorgio.

XIII. Alessio rettamente cresciuto nella sua fanciullezza, e per le ammonizioni ricevute dalla religiosissima genitrice serbando profondamente impresso nell’animo il vero timore del Nume, veniva cruciato da vivo rimordimento al rimembrare la strage, da per tutto innanzi a’ suoi sguardi, cui soggiacque la città, ed il colmo dei mali e delle sciagure sofferte per ogni dove dagli abitatori di essa nell’entrata de’ Comneni. Talvolta l’ottimo, l’innocenza scevera da colpa, ne’ suoi effetti traligna, facendo montare in superbia ed in soverchia fidanza di sè chi mai sempre tennesi in guardia dal recare offese. Costui nondimeno, purchè abbia copia di naturale prudenza e buoni ammaestramenti nel divin culto, stretto in un subito dalla tema del Nume si turberà e verrà preso da salutare spavento; e tanto più se datosi ad elevate imprese e giunto a conseguire sublimi e fuggevoli onoranze, comprenderà addivenirgli massime allora necessaria la propizia mano del sommo fattore. Ma se questi non vuol saperne e mostraglisi contrario, che mai potremo