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152 ANNA COMNENA

mine così ardua gesta: ma di colei, dir voglio Irene, il cui nome ora indarno voi m’impedite di profferire; comandò in pari tempo che addoppiati gli applausi e con maggiore elevazione di voce si acclamassero Irene ed Alessio. Ora queste sementi di gelosie producevano ricca messe di travagli nella casa dei Duca, e fornivano al popolo argomenti e parlari sul conto di Maria.

V. In Alessio poi non erasi tampoco destato un primo pensiero sopra tale argomento, conciossiachè pigliato di subito il governo della romana repubblica e tutto dedicatosi, uomo desto e pronto, a condurre la grande impresa, ben poco tempo rimaneagli da escogitar mezzo di smentire le addotte cagioni di simili conghietture. Di verità esordiendo egli dal centro, per così esprimermi, degli affari, non appena messo piede nella reggia allo spuntare del sole, innanzi scuotere la polvere di cotanto aringo e prender ristoro, diedesi ad un grave pensiero, assistito dai consigli del maggior fratello Isaacio, da lui tenuto in luogo di padre, e della genitrice, i cui sommi talenti sapea idonei a reggere, anzi più regni insieme che sol uno; al pensiero intendomi di metter freno prontissimamente alle rapine delle truppe, che proseguivano a dilaniare le viscere della città. Venne consumato l’intiero giorno e la notte seguente nel deliberare e far tentativi in proposito, cimento di assai malagevole esecuzione, dovendosi provvedere alla sicurezza de’ cittadini ed al riordinamento dell’esercito sparpagliatosi al sommo, e quindi in molto pericolo. Appresentavasi, dico, ed era molto ardua impresa, considerato il gran numero, la varietà e cupidigia degli indivi-