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LIBRO SECONDO. 135

quarta indizione1 e il mese di Aprile dell’anno sei mila e cinquecento ottantanove, quando tutto l’esercito composto di nazionali e straniere genti messo piede nella città, che da gran pezza sapea colma di ogni maniera di ricchezza derivante da terrestri e marittimi prodotti, ed infervorandosi coll’idea del saccheggio, non a pena valicata la soglia dell’obliqua e mal guardata porta, va commettendo innumerevoli stragi per le piazze, le contrade ed i borghi. Non dalle case, non dalle chiese e nè pure da altri luoghi sacri ebbe freno la rapacità loro, da per tutto, ovunque era preda, l’armata avarizia, senza farsi scrupolo della religione, iva imperversando. Si giunse quindi a reprimere lo spargimento dell’umano sangue, lasciando la crudeltà e la cupidigia libere da ogni raffrenamento, nè, per lo peggiore, teneasi indietro, o più moderatamente si comportava in tali eccessi il nazionale che il barbaro. Di maniera che i cittadini stessi dimentichi di sè e della patria contro le costei viscere infuriavano.

  1. Rivolgimento di anni terminato il quale tornasi a cominciare dall’unità. Presso i Greci, le Indizioni ebbero principio col giorno ventidue settembre, essendo imperatore Costantino e correndo l’anno trecento tredici dell’era nostra, in cui la vittoria riportata sopra Massenzio liberò la religione cristiana. Riguardato pertanto questo giorno come il principio della cristiana libertà, venne stabilito dal Concilio, niceno che, tolte le Olimpiadi, si cominciasse di là il compunto per Indizioni. (Sull’origine di tal nome e sulle epoche delle varie Indizioni, vedi Du Cange in Gloss).