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134 | ANNA COMNENA |
ispecie nell’espugnazione delle città che applicandogli l’aggiunto: ABBATTITORE DI MURA, da Omero dato a Marte, non gli verrebbe da senno attribuito un nome eccedente i suoi meriti. I Comneni poi tra questo mezzo armati di tutto punto, e poste le truppe con maestria in ordinanza avvierebbonsi a schiera verso la città. Giorgio sul calar delle tenebre precedendoli, passa a stabilire di suo grado gli accordi con Gilpratto, e postovi fine ascende immediatamente la torre co’ suoi, mentre che gli Alessiani, schierato l’esercito di prospetto alla città, giusta il detto, vi piantavano il campo, afforzandolo con trincee in mostra di farvi lungo soggiorno. Ma dimoratovi unicamente il breve tempo delle ore notturne surgono, ed attelate le truppe, occupando eglino stessi cogli scelti cavalieri il centro della falange ed aventi all’intorno gli armati gravemente, i veliti, ed il fiore dell’esercito, inoltrano a lento passo.
XXXII. Allo spuntare dell’aurora eccoli giugnere sotto le mura colle aste in pugno come per tentarne l’assalto, onde il presidio venissene da repentino timore sopraffatto. Paleologo in questa dalla sommità della torre eseguisce il convenuto segno, e ordinato che si apra la porta entranvi tutti alla rinfusa, non curanti disciplina militare comunque, ma ognuno a vanvera cogli scudi, le faretre ed i dardi. Era quel dì la quinta feria della settimana maggiore1, nella quale sacrifichiamo ad una e mangiamo la mistica Pasqua, correndo la
- ↑ Giovedì santo.