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LIBRO SECONDO. 131

giano le contrarietà fuor via surte ad assalirli. Egli dunque nel percorrere la circonferenza della città iva interrogando chi si fossero i difensori posti in ciascheduna torre, ed allorchè seppene alcune affidate ai cosiddetti immortali (è questa una milizia di preferenza propria del romano esercito), altre ai Barangi, barbari provenienti da Tule1 ed armati di scure, ed altre ai Nemitzi, pur esse gente barbara, ma soggiogata un tempo dai Romani, ed assuefatta a guerreggiare seco loro. Consigliò dunque Alessio di non combattere i Barangi e gli immortali essendo questi ultimi originarj del luogo medesimo, infin dalla fanciullezza ammaestrati a cimentarsi per la patria, e di più con giuramento e vincoli di singolare fidanza ed amicizia stretti all’imperatore, quindi anzi pronti a morire le mille volte che lasciarsi avvolgere in macchinamenti a lui dannosi. Gli altri a simile, armati di scuri penzoloni, secondo la patria usanza, dagli omeri, godon fama di gente fermissima e d’inviolata fedeltà verso gli Augusti, mercè di che vengono prescelti a guardarne i corpi, quale preziosissima eredità ricevuta dai proprj genitori, e indefessi vegliano ognora alla difesa loro, per modo che non saprebbero di buon orecchio ascoltare nè pure i preliminari inviti ad una ribellione. Stare pertanto l’unica speranza, e forse non andrebbesi di molto errati, nel tentare con adeguate premesse i Nemitzi, onde aprirsi un libero varco dalla tor-

  1. Islanda, isola del mar di Germania, l’ultima conosciuta dai Romani dell’Oceano settentrionale