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128 ANNA COMNENA

volta padroni di essa rifiutassersi anche dall’accordare le prime offerte, insistettero che queste ratificate fossero con diploma scritto in rosso e munito di aureo suggello. Condiscesovi il nuovo imperatore Alessio e chiamato a sè di colpo Giorgio Mangane suo cancelliere, gli ordinò di spedire nelle volute forme il diploma. Colui indugiò tre dì ad estenderlo, adducendo sempre nuovi pretesti: ora che stanco dal giornaliero lavoro non eragli stato possibile nella notte di por fine allo scritto; ora asserendo che, terminatolo, per tal quale accidente, poichè di notte compiuta l’opera, una favilla partitasi dal suo lume avealo messo in fiamme, e coll’inorpellamento di tali furberie e’ protraeva del suo meglio la fine di questa faccenda.

XXVIII I Comneni intrattanto di là movendo occupano le cosiddette Arete, luogo prossimo alle mura, prominente sulla pianura, ed agli spettatori al basso mostrantesi quasi collina avente uno de’ lati di contro al mare, l’altro di contro alla città, ed i rimanenti due volti a settentrione ed occaso. È ad ogni vento esposto, fornito di perenni polle di limpida e potabile acqua, ma per guisa sterile di piante ed alberi che direbbesi accuratamente raso da boscaiuoli. Quivi in altri tempi Romano Diogene imperatore, allettato dall’ameno prospetto e dalla salubrità dell’aria e del suolo, erasi dato pensiero di fabbricare splendidi palagi ne’ quali avessero, a mo’ di suburbana villeggiatura, alloggio i regnanti. Ora i Comneni e gli altri duci, addivenutine possessori, di là mandavano a combattere le mura della città, non con macchine, baliste od altro che di simile, non avendone copia