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LIBRO SECONDO. 123

senza cognizione, com’è costume degli operanti per altrui mano, cui il merito de’ valorosi unicamente per sorta ed il più spesso con maligna riferta vien manifestato. Vide egli, pigliò parte, presiedette alle vostre imprese, partecipe della fatica e del pericolo; notovvi ad uno ad uno, e porta seco intorno altamente impressi nel suo animo, di vista a lui cogniti, i vostri meriti, e non già con vana rimembranza, ma per generosamente guiderdonarli tostochè per voi gliene sarà aperto il varco. Rimembrate ora quanta estensione di suolo, quante pianure e quanti monti, lui duce, trascorreste, quante volte, lui condottiero, vi rimiraste attelati in campo, quante altre, lui comandante il dar nelle trombe e con empito lanciarsi tra’ primi, e pur tra’ primi esponendosi al pericolo, appiccaste battaglia. Sa l’uomo di pruova che sia fatica; conosce di propria esperienza quanto è giusto il guiderdone meritato con sangue e ferite. Molto a voi rileva, consapevoli voi stessi delle opere de’ forti, che addivenga costui l’arbitro delle cose; ognun di voi gli è noto di veduta e di nome. Dimorato lungamente infra voi, da gran pezza eletto a condottiero degli eserciti ed a gran domestico dell’occidente, e’ consumò copia grandissima di sale in vostra compagnia, fattosi onninamente vostro commilitone, compagno, socio ed alunno. Sì egli, che unquemai nelle battaglie e ne’ badalucchi la perdonò alle sue membra ed al suo corpo, non vi sarà certo avaro di premj, come idoneo estimatore della virtù bellica, il cui decoro passionatamente ama, da natura, da ammaestramenti e da studio