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10 PROLOGO.

Porpora in cui m’avvenne di andar carpone, se taluno rivolge il pensiero alle altre cose nostre di leggieri verrà in chiaro che la propizia fortuna di colpo dalle regali culle e fasce, quasi dopo breve e perfido solleticamento, oscurato il suo volto non iscagliò in appresso nel resto del viver mio che nembi e procelle. Da quali e quanti flutti, in mia fe, non venni agitata, e da quanto intensi e crudeli urti e ripercotimenti non fui travolta! È fama che Orfeo col suono della sua lira desse moto alle rupi ed alle selve, come pure alla rimanente natura priva di senso; a simile, che il flautista Timoteo 1 coll’eseguire alla presenza di Alessandro l’Ortis 2, così tanto infin dagli imi precordj lo commovesse da farlo correre precipitosamente alle armi ed alla spada. Ora io se procedessi colla narrazione delle mie sciagure spererei d’indurre l’uditore non al moto o al corso, nè alle armi o alla pugna, sì bene al pianto. Ma che dico l’uditore? gli stessi animali comunque, le cose stesse manchevoli di anima e di senti-

  1. Il tebano, essendovi stato un altro flautista dello stesso nome. (Luciano).
  2. Specie di sonata acutissima. (Pint.).