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114 ANNA COMNENA

allontanamento non mira che ad avere l’opportunità di mostrargli con quanta perfidia sieno oppressi da scelleratissimi raggiratori, e d’implorare il suo aiuto contro il molesto poter loro. Così Dalassena. Gli imperiali messi per lo contrario insistevano a tutt’uomo nel volerla condurre seco indietro; ma ella, comportandoli a malincorpo: Lasciatemi, disse, inoltrare nella grande chiesa del Nume onde lo adori, non essendo convenevole, giunta alle porte, il retrocedere prima di essermi prostrata innanzi l’immacolata Signora Madre di Dio, supplicandola del suo patrocinio ad ottenere il divino e l’imperiale favore. I legati consentironle, estimando giusta e pia la sua domanda. Proceduta dunque con tardo e debole passo, come se illanguidita dalla sensazione de’ presenti mali, o debole per gli anni (tale in realtà non era, ad arte fingendo la malsania), infino all’ingresso del sacro Bema1 e fattevi due adora-

  1. La porta esterna delle chiese greche nomavasi Speciosa. Dopo di essa veniva il Propileo (antiporta, e tal volta anche atrio) del Nartece. Quindi il Nartece (vestibolo), da dove per una porta chiamata Basilica (regale) si passava nel Pronaos (spazio precedente la nave), e di là nel Naos (nave, navata). Di seguito a questo eravi la Solea (luogo per alcuni gradi più elevato degli altri, ed avente tre porte, la cui mediana si nomava Santa, e complessivamente prese dicevansi le sante porte; per queste si entrava nel Bema (santuario, sacrificatorio, presbiterio, tribuna ec.), il quale terminava con tre conche (volte a conca, apsidi, parapsidi), avendovi in quella di mezzo, sovrastante le laterali in grandezza, il trono patriarcale, circondato da stalli pe’ sacerdoti, e di prospetto