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110 ANNA COMNENA

Egli pertanto ricevuto anche da costui il giuramento sen torna alla propria casa e narra il tutto a’ suoi. Divulgatosi allora infra la plebe l’avvenuto, la parte di essa propizia a mio padre mostrò con popolare cantilena per la città di essere al fatto di quanto egli macchinava e di approvarlo. Tale a un dipresso era il carme rozzamente composto: Nel sabato appellato dal cacio1 con quanta furberia operi tu, o Alessio! il quale nel giorno succedente alla domenica a mo’ di veloce sparviere ti sottraesti dalle reti de’ barbari insidiatori.

XV. Se non che Anna Dalassena, madre dei Comneni, avea precedentemente fatto venir seco il genero, nipote di Botaniate, per darlo in isposo alla figlia di Mannele suo primogenito. Intimoritasi pertanto non il pedagogo del giovincello al primo sentore della ribellione e corresse frettolosamente ad avvertirne l’imperatore, s’appigliò, onde porvi riparo, al seguente partito: Sul far della sera ordina che approntinsi i suoi equipaggi, quasi voglia, giusta la constumanza, procedere alla visita

  1. La settimana che termina colla Domenica nomata dai latini Quinquagesima appellasi dal Greci Τυροφαγος, o Τυρινη (che si mangia cacio), perchè nel correre di lei è ancora permesso l’uso di questo latticinio. I Greci principiando il solenne vernile digiuno undici giorni prima de’ latini fannovi alcuni digradamenti e sono: Dalla domenica di Sessagesima infino a Pasqua astengonsi onninamente dalle carni, ma tuttavia proseguono durante la settimana a cibarsi di formaggio, cessando tale permesso colla domenica di Quinquagesima, detta per ciò presso di loro domenica del cacio. Il sabbato, dunque appellato dal cacio era il sabbato della Sessagesima.