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LIBRO SECONDO. 107

se loro se non dessero prontamente mano alla combinata vendetta; quindi statuirono di compier l’opera durante quella stessa notte.

XII. Tutta la genia de’ servi è nemica de’ suoi padroni, e quando non possa recar loro danno, volge lo sdegno a’ compagni nel servaggio, ed avvenntasi ad alcuno contro cui sfogare il proprio livore dàgli spietatamente addosso. Mio padre ebbe appunto così a sperimentare la natura e l’indole, come a un di presso narrava, d’ambo que’ servi. Giva intorno la voce che Borilo, assistito da Germano partecipe del segreto, aspirasse all’impero. Fittisi pertanto in capo di balzar dal trono il regnante, erano ben lontani dal nimicare i Comneni per zelo di provvedere alla dignità e salvezza di lui; ma opinando non ancora opportuno e sicuro consiglio il dare principio all’assalto, apparecchiavansi a far vittime di loro crudeltà i due germani; e di già, pronti ad eseguire, bociavano quanto da prima sol tra’ denti aveansi parlottato. Ora un antico uffiziale imperiale, di schiatta alana e di onoranza maestro1, porto attento orecchio all’empia deliberazione, corse pieno d’orrore per sì grande scelleranza, giunta la notte al suo colmo, ai Comneni, e sciorinò il tutto ad Alessio; havvi poi voce che il maestro tale operasse non senza

  1. Titolo da prima indicante prefettura; così aveavi il Magister militum, il Magister curiæ, il Magister palatii imperialis, il Magister justitiarius, ecc. Di poi esso fu titolo unicamente di onoranza, in particolare accordato ai dottori; per ischerno da ultimo passò ai pedagoghi: Ludi Magistri.