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PROLOGO. | 9 |
Pamfilia, nella Lidia e nella Bitinia. In tale stato bramoso tuttavia di narrare gli eventi di quelle sue geste, in parte non potè, impedito dal morbo, eseguirlo, ed in parte fugli da noi vietato, con ragione tementi non, per lo sforzo del favellare, la piaga, esacerbandosi, gli accelerasse l’estremo fato. Ora a me, che torno qui a rammentare que’ funestissimi tempi, l’animo riempiesi di tenebre, e torrenti di lagrime sgorgano dalle affievolite luci.
X. Deh qual ottimo consigliere perdè la romana repubblica in Cesare Brienio! Chi giunse mai dall’uso e dal maneggio degli affari a procacciarsi maggiore esperienza? A simile, chi fu meglio di lui versato nelle scientifiche meditazioni, nella lettura e varia erudizione, vuoi quella fuori stato, voi quella presso di noi? Oltre di che quanta venustà risplendea in tutta la sua persona, diffusa per l’intera compage delle sue membra! avvenenza e forme degne non solo, come dir sogliamo, d’impero, ma tal quale divina maestà spiranti!
XI. Nè sono io certamente inesperta de’ mali, fatta bersaglio in tutta la mia puerizia di altre molte e gravi calamità; poichè, messo da banda lo splendore di nascere da augusti genitori, ed il