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102 | ANNA COMNENA |
insieme, giusta il praticato finora, ma oggi l’uno, la dimane l’altro, appigliandosi a tale prudente consiglio onde se alcuno di loro cadesse nelle insidie di quegli Sciti, in allora potentissimi, riuscisse almeno all’altro il sottrarsi con pronta fuga, all’uopo d’impedire l’annichilamento dell’intiera famiglia. Le costoro faccende tuttavia trovavansi in migliore stato di quello che i sospetti facevano paventare, godendo amendue maggiore estimazione che non i proprj avversarj, per quanto e’ sembrassero potenti, come di leggieri apparve nella congiuntura che prendo qui a riferire più distintamente.
VIII. Botaniate all’annunzio che i Turchi occupato aveano la città di Cizico1, issofatto mandò chiamando Alessio, e correva il dì nel quale a tenore della convenzione loro Isaacio solo presentarsi dovea alla corte, laonde questi non poco maravigliossi all’incontrarvi il fratello; addimandatogliene, breve e precisa fu la risposta. lntrodotti quindi ambedue, ed eseguito di conformità il saluto, Botaniate ordinò che attendessero un poco, e giunta l’ora di porsi al desco li volle suoi commensali. Quivi assisi, negli opposti lati della mensa, l’uno di contro all’altro, al rimirare i mesti volti de’ circostanti, ed il modo con che andavano bisbigliando infra loro arcani detti, lasciaronsi di parità sorprendere dal timore non fossersi colà ragunati, per mene degli insidiatori, a fine di esterminarli prontamente; con furtive occhiate adunque, come poteano il meglio, si con-
- ↑ Città in Misia, alle bocche del fiume Spiga.