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LIBRO SECONDO. 101

simi a supplirle quanto si può attendere dall’amicizia e dalla parentela. Da ultimo, procurato avrebbero di farle comprendere che la fedeltà e benevolenza loro non riuscirebbonle punto inferiori a quelle d’individui aventi e patria e lari comuni. Dirigevanle soltanto ferventissime suppliche tendenti a renderli tosto avvertiti, se mai gli invidiosi cimentassersi a tenere discorsi coll’imperatore o con lei stessa contro di entrambi, altrimenti avviluppati rimarrebbonsi all’improvista nelle reti nemiche. Sperare eglino che la buona causa dell’Augusta, rafforzata dal possente aiuto loro, nulla abbia a temere dall’invidia; nè unquemai permetteranno ch’ella sia costretta a dismontare dal trono, ed il figliuol suo Costantino debba rinunciare alla speranza della successione all’impero. Così da ambe le parti si venne con breve sermone agli accordi, renduti poscia inviolabili colla santità del giuramento. E di vero più lunga diceria potuto avrebbe rendere sospetti gli invidiosi.

VII. I Comneni sollevati per cosiffatta lega da grave mole di affanni con più ilare aspetto intrattenevansi presso l’imperatore. Ed avvegnachè ambedue fossersi artefici sommi nel dissimulare il compresso dolore (Alessio ancor più del germano), non di meno per lo innanzi il tenore dei volti a pena era giunto a coprire le interne rancure. Se non che per la stessa confidenza loro aumentatosi l’odio degli astiosi, nè cessando le segrete maldicenze, eglino avvertiti dall’Augusta, fedele alle sue promesse, che i due servi concertato aveano, abusando della imperiale bonarietà, di liberarsene, risolverono di non più comparire giornalmente a corte