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100 ANNA COMNENA

mia tal condizione abbondevol motivo di attristamento; a me inoltre, sciagurata pur sono, siccome fin qui mali da mali derivarono, così veggo sovrastarne ben da vicino di non più lievi! Alle quali parole i Comneni ammutoliscono, ed abbassati gli occhi al suolo e piegate ambe le mani alla foggia d’uom oppresso da cordoglio, intrattengonsi qualche tempo silenziosi; fatto quindi l’accostumato inchino si partono. Tornati la dimane e vedutone più ilare di prima lo sguardo, pigliarono cuore e dissero: Tu sei la nostra Signora, e noi, affezionatissimi tuoi servi, ci dichiariamo pronti ad incontrare per te sofferenze comunque. Laonde nessun triste pensiero ti conturbi, nè voler permettere che il passionato animo tuo si strugga per tema di aprirsi ad altri. L’Augusta, incorata dalle costoro proteste e dato bando ai sospetti, miseli finalmente a parte dell’arcano, quantunque eglino, esperti nel giudicare gli animi dai volti umani, l’avessero di già, mediante industriose congetture interpretato; quindi passarono a magnifiche promesse: conserverebbonsi a lei fedeli insino agli estremi; in qualunque tempo venissero richiesti di loro assistenza, accorrerebbero con tutte le proprie forze a prestargliela, rimossa ogni eccezione; respignerebbero così da lei come dal figlio tutti i pericoli riferentisi alla persona ed alla dignità; legherebbero con indissolubile patto sociale i destini dell’Augusta ai loro stessi e, giusta l’apostolico detto, allegrerebbonsi co’ gaudenti, e sciorrebbonsi in pianto ai pianti altrui; non dovesse pertanto attristarsi vedendosi lontana dalla patria e disgiunta da’ suoi benivolenti e consanguinei, dispostissimi eglino mede-