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LIBRO SECONDO. | 99 |
gia il figliastro Costantino, avente padre ed avo Augusti, cui dando la preferenza ed avrebbe seguito il retto e l’onesto, e sarebbesi tanto più certamente assicurata la benevolenza di Maria Augusta, madre del giovincello, oggetto di non poca utilità alla sua propria salute e sicurezza. Con solo un fatto pertanto, mostratosi ad un’ora ingiusto ed imprudente vecchio, e’ demeritò verso il pupillo e fabbricossi il proprio malanno. Sparsosi dunque il romore mediante segreti bisbigli di tale divisamento, l’Augusta ne fu incredibilmente agitata, pensando che il figlio verrebbe a perdere la speranza di ascendere il trono, e mesta ed inquieta si vivea senza disvelare ad alcuno la piaga del suo cuore. Ma i Comneni, ben dato nel segno intorno all’afflizione di lei, stabilirono di visitarla più confidentemente, rinvenuto che avessero la opportunità, ed eran tutti nel rintracciarla.
VI. La madre poi, direttrice de’ Comneni, risoluto avea di esordirne ad Isaacio il discorso; e questi avuto segreto accesso, in compagnia del mio genitore, appo lei: Dond’è mai, o Signora, dissele, il mirarti non più come ieri e ieraltro giuliva? che anzi il tuo volto ed aspetto appalesano evidenti segni d’una occulta ambascia, e del dolore che ti lacera profondamente l’animo, quantunque venga da te compresso nella più recondita parte del tuo petto, mancandoti persona a bastanza fedele, cui liberamente poterlo comunicare. Ma ella guardossi per ancora di esporne la cagione, e tramandato un profondo sospiro così rispose: A chi mena sua vita in paese straniero, lunge dalla terra natale, non lice addimandare il perchè s’addolori, essendo in fe