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98 ANNA COMNENA

tasi repentina fiamma, cominciarono a darsene maggior pensiero, indagando se avessevi speranza o mezzo, aggirati da tante insidie, di provvedere col divino aiuto alla propria salvezza. E parve ad essi, umanamente pensando, l’unica e più diritta via a conseguire l’intento quella di ricorrere, scelta idonea occasione, all’Augusta, e parteciparle tutto il mistero del segreto consiglio ravvolto nelle menti loro, ed era di abbandonare la corte, ritenendolo profondamente ascoso nel petto, ed usando ogni possibile diligenza onde altri non avessene sentore, come appunto i pescatori guardansi dallo spaventare innanzi tempo la preda, acciocchè gli astiosi, rappresentando con malizia lor fuga, non giugnessero ad impedirla. Ma e’ si pareva cimento arduissimo il tenerne discorso a lei, non sapendosi pronosticare che sarebbe per nascere, se ella, quasi indotta da brama di farsi ad entrambi soccorrevole, riferito lo avesse al consorte, pensandosi, dirò, far servigio a questo ed ai Comneni. Laonde usciti di speranza del buon successo di un tal disegno volgono altrove gli animi, svegliati e destri a non lasciarsi fuggire le occasioni.

V. Botaniate, esausto di forze per la provetta sua età, senza prole, nè più idoneo a procrearne, considerandosi alla per fine mortale, iva rimestando cui lasciare l’impero. Eravi a que’ di un Sinadeno venuto dall’Oriente, d’illustre schiatta, di belle forme, d’animo generoso, forte di braccio, e d’una età superiore alla puerizia. L’imperatore adunque, unito a costui con qualche legame di parentela, bramava fossegli successore nel trono; imprudentemente per verità, essendovi nella reg-