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accioche quella seditione non fusse cagione che la vittoria acquistata gli uscisse di mano, assettata la cosa co Tedeschi promesse dare una paga a soldati fra trenta giorni. Laquale promessa non sanza gran difficulta potette poi osservare come quello, che il quale essendo consumato per la guerra gia durata tre anni, et per havere havuto a sostentare lungo tempo l'essercito, ne si sendo ancora riscosso alcuna entrata, non sapeva onde havesse a trarre meglio che sessanta milia Fiorini per donare i promessi danari a chi non li meritava. I soldati adunque essendo fatti certi del dono stato loro pomesso, andarono a cõbattere la citta de Lodi: dove gia Monsignor di Lautrech haveva mãdato tre squadre di cavalli, per mandarvi poco dopo una guardia di fanti. Ma essendosi gli Spagnuoli molto più presto che non si pensava appropinquati alla muraglia, i Franzesi che poco innanzi erano intrati, non havendo distribuiti i luoghi, iquali ciascuno dovesse da nimici guardare, spaventati da cosi subito assalto. Lasciarono per li bastoni et per le mura alli Spagnoli l'entrata agevole, et con la fuga di la da l'Abda, secondo che ciascun potette, cercorono salvarsi. Nõdimeno de Frãzesi furono alcuni morti, et molti ancora presi, et quasi tutti i cittadini furono costretti ricomperarli cõ danari. Et quãtunque questa vittoria recasse grande opportunità al finire la guerra, nondimeno il Duca Francesco Sforza non prese tanto piacere di quella, quanta fu la molestia, che li recò il sacco della terra. La onde col Morone, per il quale trattava tutte le faccende, piu tosto che potette si trãsferi in quel luogo. Et poi ch'egli hebbe ragionato col Signor Prospero et con gli altri Capitani di recuperare Cremona, et tutto il restare dello stato di Milano, sene torno a Milano per assettare et dare ordine alle cose di dentro et creare i magistrati che a popoli administrasseno ragiõe. Laquale cosa per