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faccia mentione del Signor Prospero Colonna loro Capitano? Ilquale come huomo consumato dalla vecchiaia a niuna cosa nella zuffa piu che al fuggirsi, per uscire delle vostre mani terra volto il suo pensiero? Ricordãdosi negli anni passati d'essere stato molti mesi prigiõe del nostro RE, per esserli venuto con l'armi contra. Che diro io del Marchese di Pescara Capitano della Fãteria? huomo di timidezza equale, et che poco conto tiene del suo honore? Ilquale poco innãzi essendo stato per giustissime cagiõi da Giovãni Cabanneo chiamato a cõbattere a corpo, a corpo nõ ha havuto mai di venire alle mani ardimẽto. Per laquale cosa soldati miei col nome di Dio pigliate meco l'armi: et con la fortezza vostra non solamẽte lo stato di Milano, ma etiã Dio tutta Italia cõ questa sola zuffa dalle mani de gli aversarii liberate. In questo modo al RE grandissimo ornamento, a noi perpetuo nome, et della virtu vostra grandissimi frutti guadagnerite. Con questo parlar diminuendo le forze de nimici, et alzando le virtu de suoi, et per havere proposti gran premii della vittoria pensando che gli animi de soldati fusseno assai concitati, al levare del sole fatti prima rinfrescare i corpi, usci di Moguntia: et per la diritta prese il cãmino verso la Picocca: il quale luogo e tre miglia discorsi da Milano. Dove la casa della villa e molto opportuna. Intorno alla quale e uno giardino nõ picciolo, da fosse profonde serrato. Erano ancora appresso la possessione cavante fontane: onde per dare l'acqua a prati si trahevano Benigni, tra i quali el signor Prospero haveva l'essercito fortificato, parendoli quel luogo sicuro et opportuno si per combattere con maggiore vantaggio, se per forte fusse alla zuffa invitato, si ancora per chiudere il passo a nimici, accio che nõ potesseno appressarsi alla terra. Laquale cosa egli sopra tutte l'altre poi che egli era uscito fuori, haveva sempre desiderato: temendo che essendo egli fuori i Franzesi caminando