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taglioni posti a Milanesi si traheva: la quale cosa, per essere egli nella guerra precedente stato oppresso dal medesimo mancamento, havendo conosciuta difficilissima, pensava che non fusse possibile, che una sola citta dopo tanti danni dati a cittadini potesse con le faculta sue cosi grande essercito sostentare. Ma è difficile a credere di quanto profitto fusse la sollicitudine et la parsimonia nello spẽdere del Morone: et quanti danari con odio di pochi egli rescotesse. Perché quelli, che spontaneamente conferivano, et quelli he acio erano constreti essendo loro tolti i pegni, considerando che tale cosa si faceva per fuggire il comune pericolo, non ne pigliavano grãde sdegno. Ma per la speranza della vittoria et della restitutione agevolmẽte sopportavano tale exattione: laquale ancora si rendeva facile per la venuta di Francesco sforza loro Duca: delle cui virtu da quelli, che venivano da trento, molto si parlava. Costui havẽdo occupata la fortezza di Croacia, s'haveva preso il passo pel Veronese sanza che alcuno facesse resistenza: et venuto cõ seimila fanti Tedeschi per Mantovano con navilii che haveva cõgregati passo il Po a Casale, maggiore. Quindi arrivato a Piacenza et congiuntosi col Marchese di Mantova et con trecẽto cavalli, liquali erano pagati dalla Chiesa, caminãdo pe luoghi di la da Po, entro in Pavia. Laquale cosa sentẽdo Monsignore di Lautrech sen'ando a Cassino, villa nella via che a Pavia dalla terra cinque miglia lontano, per impedire che l'essercito del Signore Prospero non si potesse con le genti Tedesche cõdotto da Frãcesco sforza coniungere. Dove fortificati gli allogiamẽti intendendo che Monsignor del Lefcuns era venuto di Frãcia a Genova, et con fanterie, che haveva congregato, tornava nel Milanese, li mãdo il Signor Federigo da Bozzoli, con quattrocento cavalli et settemilia fanti, perché con esso si cõiungesse. Costui passato il Tesino con molta fatica recupero