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gli arrivarono nel paese vulgarmẽte chiamato Glara d'abda, prima che il capitano di Bergamo, secondo che da M. Andrea Griti Proveditore de Vinitiani gli era stato commesso, potesse mettere insieme gẽti, lequali a Tedeschi che venivano nelle sboccature de mõti s'opponesseno. In questo mezzo il Signore Prospero Colõna con diligenza procurava che a Milano si rifacesseno i Bastioni. Et era il principale suo pensiero volto a fare con gran multitudine di guastatori il più presto che fusse possibile uno argine doppo con due fossi, pigliando tra l'uno et l'altro argine uno spatio di venti passi, laquale opera egli haveva pensata per separare gli aversari, che di fuori venivano dal castello, che si teneva dalle guardie Franzesi: talche i soldati tra l'uno et l'altro argine collocati potesseno ributtare l'essercito nimico, et quelli dal Castello fuori uscisseno. Tutta la fanteria ridusse tra l'Abda et il Tesino: Solamente mando due milia fanti a Novara cõ Filippo Torniello da Novara, giovane valoroso, et molto dedito all'armi. Mando ancora Astore Visconti alla guardia di Alessandria con millecinquecento fanti, iquali sanza essere pagati per amore del nomo Sforzesco s'erano congregati: et a questi la citta sumministrava il vitto. Alla guardia di Pavia mãdo Antonio da Leva, Capitano del primo squadron de gli huomini d'arme imperiali, et dell'arte della guerra peritissimo: et oltra mille fanti Italiani, li dette ancora due milia Tedeschi: i quali erano stati quella vernata alle stanze a Piacenza col Marchese di Mãtova, mentre che si temeva che i Frãzesi, iquali alloggiavano a Genova, non tofliesseno al PAPA quella Citta. Diche sapeva ch'era d'haverne sospetto se Mõsi. di Lautrech passasse più l'Abda et caminasse verso Milano. Il restante dello essercito, che era di dodici mila fanti et settecẽto homini d'arme, et d'altretanti cavalli leggieri fece entrare in Milano. Ordinate adunque queste cose rimando Girolamo