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dal Re fusse mandato danari. In questo mezzo Monsignore d Lautrech per difendere la terra con più forte guardia se dalle forze nimiche fusse assalita, scrisse al signor Federigo da Bozzoli, che si trovava alla guardia di Parma con una buona banda di fanti, che a Cremona tosto si trasferisse: la qual cosa poi venne male fatta. Perché il signor Federigo a pena s'era partito quãdo altre lettere venneno da Mõsignor di Lautrech, per le quali li comãdava che di quel luogo non si partisse: o se gia si fussi partito, subito vi ritornasse. Perché gia erano arrivate staffette che havevano portato aviso, come Papa Leone havẽdo inteso che Milano era stato preso da suoi, n'haveva preso grande allegrezza, laquale poco dopo s'era cõvertita in tristitia. Perché tra poco di tempo gli era venuto febbre, della quale essendoli scesa et catarrho sopragiunto dopo il terzo giorno non sanza sospetto di veleno s'era morto. La onde sperando Monsignor di Lautrech che l'essercito nimico nõ s'havesse a potere molto tempo con danari sostentare, essendo mezzo il Papa, che haveva nella passata guerra fatto spese smisurate, desiderava che Parma come una testa contra gli aversarii fusse da suoi tenuta. Ma il S. Roberto San Severino, che haveva per donna una Nipote di Papa Leone nata d'una sua sorella, era già nella terra con alquanti soldati entrato. Et perciò il S. Federigo da Bozzoli vedendosi tolta la faculta di tornare detro seguito il camino verso Cremona. In questo mezzo Monsignor di Lautrech per rendere ragione al Re delle cose c'havevano havuto malvagio fine, et per mostrarli il modo di ricuperare tutto lo stato di Milano, se l'essercito di fanteria s'instaurasse, et si facesse provedimento di danari, mando Monsi. del Lefcuns suo fratello con gran fretta in Francia, prima che Galeazzo Visconti, il quale dopo la perdita di Milano per il cammino de Svizzeri andava a trovare il Re, o alcuno altro trasferisse in lui la colpa del dà-