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di carlo darwin | 21 |
sono uscite dalle loro rubriche e sono entrate nella mobile corrente della vita. Le specie non sono oggi che un equilibrio temporaneo delle forme vitali e gli accidenti del disordine e le antinomie della patologia si studiano collo stesso metodo e trovano posto nello stesso libro che interpreta i più semplici come i più oscuri problemi della vita. Dopo Darwin i nostri Musei non son più magazzini di chincaglierie, ma serie di esseri che si succedono come anelli della grande catena evolutiva e la paleontologia e la geologia sono divenute due pagine di uno stesso libro, che si succedono l’una all’altra e delle quali la prima è spiegazione della seconda. Il quadro dei viventi prima di Darwin era un giardino del Seicento, dove le cesoie del giardiniere avevano fatto una grottesca simmetria, recidendo e storpiando tronchi: il quadro dei viventi dopo la fede dell’evoluzione è la natura stessa portata nei nostri libri e nel nostro cervello.
Voi sapete tutti qual passo da gigante abbia fatto la geologia, quando al succedersi di rivoluzioni e di cataclismi sostituiva l’azione lenta e incessante delle forze cosmo-telluriche e dell’ambiente che ci circonda: orbene, la stessa riforma avvenne per opera di Darwin nella storia dei viventi: e s’egli non avesse fatto altro che questo, egli meriterebbe già uno dei primissimi posti fra i naturalisti e i filosofi. Alle pelli imbottite dei nostri musei l’anatomia comparata aveva già sostituito le viscere, lo scheletro, alla vernice la scienza moderna aveva sostituito il di dentro delle cose; Darwin ci fece fare un altro passo e alla vernice delle forme sostituì lo studio del di dentro della vita. Egli ci ha