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chissà quante persone! E intanto chi pietosamente coi fanciulli scorgeva una patria immortale oltre le stelle, forse credeva di contaminare l’anima pura e gentile piegando l’umile fronte alla scienza nuova e ripugnava forte dalle dottrine allora nate.

Contro tal modo indegno d’esame, contro tali pii e pudichi timori vuole essere protesta solenne questa odierna commemorazione, chiarendo noi per essa come davvero sieno da tenersi in altissimo conto i pensamenti del Darwin e come — non potendo la verità che essere fonte di bene — le rivelazioni del pensiero, qualunque esse sieno, si debbano accogliere senza preconcetti o paure e con quel discernimento libero e tranquillo che o le riconosce false e le abbatte o le rende veramente durevoli. Nel nome del Darwin noi glorifichiamo un bello e forte programma, noi dispieghiamo ai venti la bandiera della rivendicazione intellettuale, del progresso scientifico. Ed oggi che tante ruine ingombrano il mondo, nel mesto crepuscolo di tante fedi — spesso troppo presto nate e troppo presto svanite — sarà di buono e lieto augurio questa manifestazione di giovani che con tanta concordia qui convengono ad affermare una idea! E c’era infine argomento a ricordare Carlo Darwin il trovarci per avventura in questa illustre città, che fu mai sempre maestra di sapere e di gentilezza, alta ammiratrice e veneratrice di tutte le grandi intelligenze, qualunque ne fosse la culla, e che coll’esempio giornaliero insegna quanto vi sia di nobile nel degnamente onorare le glorie vere.

Chiamato dalla fiducia de’ miei compagni a presiedere il Comitato organizzatore di questa commemora-