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LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA 167


su l’altare d’Apollo. Questa, Euripide
non l’ha mai detta. L’ ha mai detto, come,
se di meglio non c’è, dai mulattieri
sbattere ci facciamo, e dai domestici?
Ha detto come, quando insino a bruzzolo
da qualche amante ci siam fatte fottere,
sul far del giorno mastichiam dell’aglio,
perché, tornando dalle mura, il povero
marito ignori il guaio che gli capita?
Che ce n’importa, a noi, se Fedra ingiuria?
L’ha detto mai, di quella, che, spiegò
la mantellina avanti a suo marito,
che la vedesse in piena luce, e fece,
nascosto dietro quella, uscir l’amante?^
Mai non l’ha detto 1 Io ne conosco un’altra,
che per ben dieci di’, finse d avere
le doglie: e il bimbo, infine, lo comprò.
Il marito, frattanto, andava in giro
a comprar medicine; e una vecchiaccia
portò chiuso il marmocchio in una pentola,
con un tappo di cera su la bocca,
per non farlo strillar. Come la vecchia
fece un segno, la femmina gridò:
« Marito mio, va’ via, va’ via, mi sgravo,
lo sento! » E infatti, il bambolo scalciava
nel ventre della pentola. Il marito
tutto contento usci, l’altra sturò
la bocca del piccino, ed i vagiti
empieron casa. E la ribalda vecchia
che avea portato il pargolo, volò
tutta ilare al marito, e gli gridò:
« Un leone, un leone oggi t’è nato!
È proprio il tuo ritratto: è tutto tutto