Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu/168


LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA 165


parrebbero di senso
vuote le sue parole.

donna b

Venni per dire anch’io quattro parole.
Le accuse di costei van tutte al segno:
ora io vo’ dirvi che servizio ha fatto
proprio a me. Mio marito è morto in Cipro,
e m’ha lasciati cinque bimbi, ch’io
alla meglio, finora, ho mantenuti,
intrecciando corone nel mercato
dei mirti. Fino ad ora, o bene o male,
l’ho strappata: ma questo, con le sue
tragedie, adesso ha persuasi gli uomini
che Numi non ce n’è: così, non vendo
neppure la metà di prima! Adesso
vi esorto dunque e vi consiglio a fargliele
scontare tutte quante, e non son poche:
ché i danni che ci fa, san di selvatico,
perché cresciuto anch’egli fu tra i cavoli
selvatici. Ma io torno al mercato:
perché devo intrecciar venti corone
per commissione di certi signori.

coro

Di costei la baldanza
quella dell’altra avanza.
Con la sua parlantina
idee ben giudiziose
ed opportune espose,
e intrecciate per bene, né di chiarezza prive,
ma ben persuasive.