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LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA |
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più beato dei Numi, perché è bellissimo ed ottimo. Bellissimo,
perché giovanissimo, morbido, snello, armonioso, di carnagione
fresca: ottimo, perché giusto, prudente, saggio, valoroso. » Le
singole dimostrazioni hanno carattere di sofismi: « Amore è
giovane, perché fugge a gambe levate la vecchiaia: valoroso,
perché Amore tiene Ares, non Ares Amore, e chi tiene è più
forte di chi è tenuto »; e così dicendo. — E ciascuna di queste
dimostrazioni più o meno ingegnose è conclusa, pedantescamente, da una formula fissa: « Abbiamo dimostrato che Amore
è giovanissimo: oltre a ciò, è morbido. » — « Dunque è giovanissimo e morbido, oltre a ciò, è snello. » — E via di questo
passo. Prevale dunque il ragionamento, quasi mai illuminato
da un’immagine, da un tocco di colore. La chiusa riesce ad
un effetto più che altro di sonorità verbale; e non senza amabile
ironia Socrate fa i suoi complimenti al poeta « per la bellezza delle parole ». Solo in un argomento, qui come nei
frammenti, Agatone sembra elevarsi: quando parla d’arte.
« Quanto alla pratica delle arti — egli dice —, non sappiamo che chi ebbe favorevole Amore riusc! grande ed illustre; e a chi questo Dio non arrise resta sempre ignorato ed
oscuro? » — Ma nel complesso il discorso è privo di immagini, di metafore, di pensieri alati, di tutto ciò che dà carattere alla poesia; e Agatone vi appare più rètore che poeta.
E tale dovè probabilmente riuscire anche nelle tragedie.
Agatone fu però innovatore! Nella Iliuperside, anziché
rappresentare un episodio della grande gesta, la svolse quasi
tutta in una serie di bozzetti. Aristotele (Poet., 18) ci assicura che il tentativo falli; e fa una ben giusta critica di tale
procedimento. Nessuno degli episodi, egli dice, introdotti
cosi alla sfuggita, poteva avere conveniente sviluppo; e senza
sviluppo non c’è dramma. D’altronde, Euripide aveva già
nelle Troiane ridotta l’azione a una sequela di quadri drammatici.