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LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA 121

L’arte ama il caso, ed il caso ama l’arte, a cui Agatone doveva tener molto, perché lo troviamo ripetuto anche in un altro frammento (8): Conviene alcune cose oprar con arte, altre affidarne alla fortuna e al caso. Questi frammenti, che costituiscono tutto, su per giù, il sopravvissuto patrimonio d’Agatone, lasciano, senza- dubbio, un senso d’aridità e freddezza. Vediamo se riesce a correggerlo il discorso del Simposio platonico. Che l’imitazione platonica sia così felice da potervi fondare un giudizio tutt’altro che fantastico su l’arte di Agatone, risulta per analogia dall’orazione tribuita nel medesimo scritto ad Aristofane. Nella quale, la generai concezione, lo sviluppo fantastico, la scelta delle immagini, la cèrnita delle parole, simulano così bene la maniera aristofanesca, che l’opera del prosatore sembra una immediata organica continuazione di quella del poeta: Plato additus Aristophani. — Tutto il discorso, una esplicazione dell’origine di Amore, è fondato su un atteggiamento assai caratteristico dell’arte aristofanesca, la dimostrazione sofistico-fantastica (Nuvole, 422 sg. - Pace, 853 sg. - Uccelli, 523-572, etc.). Nel corso della dimostrazione si riprende il tema, singolarmente gradito al commediografo, della triste condizion dei Numi, costretti a vivere a ricasco degli uomini (Pace, 436 sg. - Uccelli, 1610-20 - Pluto, 1188 sg.). Le comiche figurazioni di Zeus, che per domare la protervia degli androgini trova la mechané, davvero euripidesca, di spaccarli per il mezzo; di Apollo, che esegue la delicata operazione coli istrumenti da calzolaio; di Efesto, che li ricuce; sono di pretto sapore aristofanesco. Aristofanesco è pure lo spesseggiare e la qualità delle immagini e delle comparazioni. I primitivi andrò