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102 ARISTOFANE


Con piglio oratorio.
Io sono donna; eppure ho sale in zucca:
di mio, giudizio non mi manca; e udendo
poi’ parlare mio padre ed altra gente
d età, mi sono impratichita molto.
Vi vo’ dunque pigliar tutti in un fascio,
e insolentirvi, e a buon diritto. Voi
che spruzzate gli altari con la stessa
acqua lustrai, come fratelli, a Pito,
a Olimpia, a Delfi — a andare per le lunghe,
quanti altri luoghi potrei dire! — mentre
i barbari son qua, movete eserciti,
genti e cittadi a sterminar de l’Ellade!
La prima parte del discorso, è fatta!

ateniese

Io I ho sfavato, e adesso casco morto.

lisistrata

E voi, che adesso tocca a voi, Laconi,
non sapete che qui giunse una volta
lo Spartano Periclide, e sede’,
pallido nella sua veste di porpora,
su l’ara, a supplicar quelli d’Atene,
per avere alleati? Allor Messene
su voi gravava, e il Dio che il suolo scrolla.
Mosser Cimone e quattromila opliti,
e salvarono tutti i Lacedèmoni.
E voi, così da noi trattati, il suolo,
che a voi salvezza die’, ponete a sacco?