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96 ARISTOFANE



coro

Fidenti or questi due nella scaltrissima
parola, nel pensier, nel raziocinio
plasmator di sentenze, s’apparecchiano
a mostrar chi dei due più valga a chiacchiere.
Qui si vien di saggezza al paragone,
qui s’appresta agli amici il sommo agone!

corifeo

rivolgendosi al Discorso giusto.
Oh tu che ghirlandasti di tua virtude i miei
maggiori, la tua causa difendi, e di’ qual sei!

discorso giusto

L’educazione dunque sporrò, com’era in prima,
quando io, parlando il giusto, fiorivo, e godea stima
la verecondia. E intanto, neppur mezza parola
fiatava alcun ragazzo. Dal citarista, a scuola,
poi marciavano in fila, composti, per tribù,
ignudi, pure quando la neve cadea giù
come farina dallo staccio. Apprendeano poscia,
senza poggiar, sedendo, l’una su l’altra coscia,
qualche canzone: o « Palla, terribil di città
distruggitrice » o « Un grido che lunge in aèr va ».
Sacre dell’arte armonica eran le avite leggi;
e chi buffoneggiasse, chi uscisse in quei gorgheggi
che piaccion tanto a quelli d’oggidi, della scuola
di Frini, fatti apposta per torturar la gola,