PARABASI
corifeo
Vi dirò, spettatori, liberamente il vero,
10 giuro per Dioniso che crebbe il mio pensiero.
Così vincere io possa, m’abbia così nomea
di sapiente vate, come io, che ritenea
voi spettatori acuti, e questa la migliore
mia commedia — sovr’essa versai tanto sudore! —
stimai che voi goderne doveste la primizia!
Pur me la dovei battere, in onta alla giustizia,
vinto da dei buffoni. Ond’è ch’or vi rampogni,
oh accorti, per cui spesi le mie fatiche. Ad ogni
modo, a chi più capisce, fra voi, non verrò meno.
Da che fra gente a cui dolce è parlar, si pieno
successo ebbero il Casto e il Dissoluto, ch’ io
esposi — non potevo darli per frutto mio,
ch’ero zitella: un’altra li prese e adottò; poi
11 nutriste e allevaste da generosi voi —
da quel di pegno ho certo della saggezza vostra.
Or, come Elettra, questa commedia a voi si mostra,