Pag. 246, v. 3. - Circa questa uscita, vedi l’introduzione alla commedia, p. 144.
Pag. 247. v. 3. - S’intende che queste persone, che del resto non
sapremmo identificare, nè importa, con troppa precisione, dovevano goder
(ama di spiritosa insolenza.
Pag. 247, v. II. - Passatempo solito e gradito dei simposii era beffarsi reciprocamente mediante umoristici paragoni. Su, quelli, non sempre
chiari, che si scambiano qui i convitati di Tirasoldo, vedi Origine ed
elementi, 226 sg.
Pag. 247. v. 13. - Che si rimpinza senza discrezione. I siciliani
dicono ancora: Lu sceccu ’nto granu.
Pag. 247, v. 16. - A Stenelo. autore tragico, i creditori avevano
sequestrata e venduta la mobilia. A Lisistrato dovè accadere lo stesso;
e però Filocleone dice, che gli è stata rasa, non già la barba, come
agli altri convitati che non avevano trascurata questa breve toletta, ma
la mobilia. Grillo sarà poi chiamato così per la sua magrezza; e si aggiunge che ha perduto, non le ali, ma le falde del lacero vestito.
Pag. 250, v. 4. - Sotto il nuovo pelo Filocleone serba sempre un
po’ l’antico vizio. Altri intende altrimenti.
Pag. 250. v. 12. - Le grandi fiaccole da ardere nelle cerimonie erano
appunto istoriate.
Pag. 252, v. 3. - Cfr. pag. 238, v. 10.
Pag. 254, v. 7. - Si allude all’Ino euripidea, perduta: e non si
riesce a intendere il significato preciso e l’arguzia del luogo: tranneché
la panivendola dovè avere colore giallognolo.
Pag. 255, v. 13. - Pittalo è il medico di cui parla anche negli
A comesi, voi. 1, p. 101, v. 3.
Pag. 257, v. 6. - Anche Schifacleone conosce l’arte del rimbecco.
Pag. 260, v. 10. - Parodia.
Pag. 261, v. 6. - Il rimedio classico della pazzia, secondo gli
antichi.
Pag. 261, v. 7. - Questo luogo è tutt’ altro che chiaro. Pare che
Filocleone voglia dire che Frinico, probabilmente qualche celebre ballerino, e non già il famoso tragediografo, trepida nel vedersi superato in
agilità dal vecchiotto ringalluzzito.
Pag. 262, v. 9. - Càrcino: poeta tragico, oriundo siciliano, con tre
Aristofane - Commedie, Il - 19.