Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/289

286 ARISTOFANE

Pag. 219. v. 15. - Per guadagnarsi il pane facendo il suonatore La frase era proverbile, e serviva a indicare un ladro. E c’è l’aneddoto di Diogene cha applaudì un pessimo suonatore, perchè almeno non facevi il ladro. Pag. 220, V. 16. - In fondo, si ripete l’accusa già lanciata a Cleone nei Cavalieri con l’immagine del pescatore di tonno. Pag. 221, V. 9. - Molti oratori ottemperavano a simili inviti che credevano suggeriti da commozione profonda; e vedevano poi condannati se o il loro cliente. Pag. 222, v. 5. - Su questi rimbecchi vedi Origine ed elementi. p. 194. Qui v è pura simmetria formale. Pag. 225. v. 2. - in queste parole si nasconde probabilmente qualche parodia. Pag. 226, v. I. - Aristofane fece rappresentare sott’altro nome! primi lavori. Pag. 226. v. 2. - Gli scoliasti dicono fosse un ventriloquo che presumeva profetare la verità che gli dettasse un dèmone. Dal contesto meglio si desumerebbe che mediante codesta abilità facesse parlare qualche iramagine di dèmone. Pag. 226, v. 6. - Cioè inventò da sè e non copiò, come, insinua Aristofane, facevano i suoi rivali. Pag. 226. v. 18. - Cleone, figurato come mostro spaventoso ed ibrido. C.nna era nome d’una cortigiana ateniese; ma fors’anche quello di un qualche spauracchio popolare, simile alla Lamia ricordata più sotto. Il brano, die del resto è parodistica imitazione di un luogo della Teogonia esiodea (820-835), è riportato di peso nella prima parabasi della Pace. Pag. 226, v. 22. - Lamia era un mostro femminile: ci sfugge la ragione certo umoristica per cui qui diviene in qualche parte maschile. Pag. 226, V. 26. - Concepiti le une e gli altri come demonietti o incubi; e simboleggiami i parricidi e i sicofanti. Gli effetti che producono sono un po’ differenti da quelli prodotti dagl’incubi comuni. Essi non strangolano che babbi e nonni; fanno non solo balzare dal letto, ma schizzare fino innanzi al console (il polemarco, magistrato protettore dei forestieri, contro i quali si appuntavano specialmente gli occhi dei sicofanti): iniettano, non già morbi maligni, ma comparse e procedure. II poeta che anno prima nelle Nuvole, aveva combattuto queste triste genìe, para