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I CALABRONI 283

NOTE 283 Pag. 183, v. 5. - Che era lulto fumo, come già s’è visto. Pag. 183, v. 7. - Filocle era un poeta tragico, parente d’fischilo. Pare che qui Aristofane asserisca i carmi di lui esser tanto, aspri, che, ove alcuno li inghiotta, diviene feroce e invincibile. Pag. 184, v. 4. - Portare i capelli lunghi era segno di eleganza c distinzione aristocratica. Pag. 184, v. 13. - Altrettanti visibili segni, secondo il Coro, di tendenze aristocratiche, anzi di aspirazioni alla tirannide. Pag. 184, v. 15. - 11 testo ha naymachéin kal(óis, impegnare una battaglia di mare coi malanni. Pag. 184, v. 16. - Il testo è qui molto oscuro. Alla lettera dice: tu non sei ancora nè fra ruta nè fra sedano; e lo scoliaste dice che l’espressione proverbiale significava non essere neppure al principio di un’ impresa; chè ruta e sedano si piantavano all’ ingresso dei giardini. Ma forse è spiegazione desunta dal testo, nel quale penso si racchiuda qualche indecente allusione. Pag. 187, v. 3. - Cfr. Origine ed elementi, p. 261. Pag. 187, v. 8. - Dice oboli invece che vino. Circa questa libazione, vedi Cavalieri, voi. I, pag. 138, v. 9. Pag. 189, v. 5. - Sembra che Schifacleone asserisca esser poco dignitoso spronare Filocleone, perchè questi deve trovare in sè l’ardire per combattere. Pag. 191, v. 16. - Il testo è molto incerto. Intendo che con ovvia psicologia gli imputati vogliano mostrarsi non meno infelici di chi li deve giudicare. Pag. 192, v. 7. - Prima d’iscrivere i bambini fra i cittadini ateniesi si faceva la verifica del loro sesso. Pag. 192, v. IO. - Una Niobe scrissero Eschilo e Sofocle. Si tratterà di quella del secondo; ed Eagro, celebre attore tragico, dovè darne qualche magnifica interpretazione. Pag. 192, v. 14. - Che s’adoperava a sigillare, perchè lasciava impronta inimitabile. Pag. 193, v. 4. - Altera così il nome di Cleònimo, per dargli dell’adulatore. Pag. 193, v. 8. - Cfr. voi. I, p. 136, v. 17. Pag. 193, v. 17. - Dice lo scoliaste che questo sconcio proverbio si attagliava a chi si affaticasse contro il proprio bene. Onde Schifa