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280 ARISTOFANE

Pag. 157, r. 28. - Per non credere che ci possa essere alcuno amico di Cleone. Pag. 159. v. 2. - Si confessa sicofante. Pag. 1.59. v. 4. - 1 fumaiuoli, che sovente erano semplici aperture sul tetto, quando non funzionavano, si coprivano, per evitare il vento o la pioggia. Pag. 159, v. 8. - Cioè, pare si debba intendere, che sono un vanaglorioso. 11 testo dice: Ora mi chiameranno figlio di Fumoso. Pag. 161, v. 7. - Che era giorno di mercato. Pag. 162, r. II. - È superfluo rilevare i particolari di questa parodia d’ un notissimo episodio dell’ Odissea. Pag. 163, v. 8. - Si aspetterebbe di cavallo, di asino, o simili. Pag. 164, v. I. - I Greci dicevano discussioni sull’ombra del somaro quelle che noi di lana caprina. Pag. 164, v. 6. - Con una perifrasi goffamente immaginosa, forse frequente e diletta nei gergo degli eliasti, Filocleone minaccia al figlio un processo. La pancetta del tonno era molto stimata dai buongustai ateniesi. Questo passo non riesce però troppo chiaro. Pag. 165, v. 9. - Città della Calcidica, che aveva abbandonati gli Ateniesi. E giusto mentre si rappresentavano i Calabroni, era, nel rigido inverno, stretta d’assedio dagli opliti attici. Pag. 166, v. 6. - I canti dell’antico poeta tragico Frinico venivano paragonati a miele, e ripetuti con entusiasmo, massime dai suoi contemporanei, già vecchi negli anni in cui si rappresentavano i Calabroni. Di queste arie pare avesse voga specialmente una che incominciava: « La città di Sidòne e la rorante — Arado abbandonale». Indi il sidonio fra gli elementi di questa sesquipedale parolona, non certo delle più lunghe coniate da Aristofane. Pag. 167, v. 3. - M’attengo all’interpretazione proposta dallo Schneider, e non a quella dello scoliaste, che non sembra attagliarsi al contesto. Pag. 167, v. 4. - Galante dovè essere qualche povero vecchio gottoso o altrimenti impedito nelle gambe. Pag. 167, v. 7. - Contile e Flio erano nomi di demi attici. Pag. 168, v. 3. - L’assedio di Bisanzio, a cui si riferisce Dabbene, sarà quello del 469 (47 anni prima della rappresentazione dei Calabroni: Tucid., I, 94). Le gesta giovanili che ricorda poi spesso Filocleone, son tutte, su per giù, eroiche come questa magnificata da Dabbene.